Se la NATO entra in una Guerra informatica

Crescono le tensioni tra Estonia e Russia, si parla apertamente di guerra informatica, con siti di istituzioni, media e banche in ginocchio. La NATO interviene in Estonia mentre il Cremlino nega di aver diretto gli attacchi.

Roma – La piccola Estonia è da tre settimane sotto attacco informatico da parte di cracker che pare risiedano nel vicino stato russo. Il motivo? I lettori di Punto Informatico già lo conoscono, si tratta di un monumento all'Armata Rossa, ma le tensioni non fanno che crescere, sollevando un caso internazionale senza precedenti per l'Europa.
I due paesi non sono nuovi a dissapori, succedutisi regolarmente sin dal crollo dell'Unione Sovietica. Il nuovo scenario, sostiene qualcuno, rappresenterebbe però il primo caso di un evento che potrebbe divenire sempre più frequente nel prossimo futuro: una nazione potrebbe decidere di colpire la rete di un paese nemico per indebolirne l'economia.
"GLi attacchi sono stati massicci, ben indirizzati e ben organizzati", ha detto il ministro della difesa estone Jaak Aaviksoo: il governo accusa Mosca di aver deciso e diretto l'assalto, sostenendo di aver identificato i responsabili e sottolineando come le autorità russe si siano rifiutate di collaborare. Le ramificazioni arriverebbero fino agli uffici presidenziali, a cui apparterrebbero alcuni degli indirizzi IP che avrebbero partecipato all'attacco.
Il Cremlino ha smentito seccamente ogni coinvolgimento, sia con le dichiarazioni del proprio ambasciatore alla UE, che attraverso le affermazioni di alcuni ufficiali accusati di aver preso parte alle ostilità. Tra questi figura Andrei Sosov, che ha ribadito ai media di essere a conoscenza delle accuse mosse a lui e alla agenzia governativa di cui fa parte, ma ha spiegato che l'azione sarebbe imputabile a non meglio identificati cracker professionisti impadronitisi di alcuni computer.
Gli esperti della NCSA, l'unità di crisi NATO per il cyber-terrorismo accorsi sul posto per assistere i tecnici estoni nel fronteggiare la situazione, escluderebbero la possibilità che si tratti di pochi individui isolati. Secondo gli esperti, sarebbe tuttavia quasi impossibile provare il coinvolgimento della Russia nell'accaduto, soprattutto vista la natura degli attacchi DDoS verificatisi.
L'Estonia, che gode di un buon periodo di crescita economica grazie ai massicci investimenti compiuti per trasformare il paese dotandolo di una solida infrastruttura informatica, appare dunque come un lampante esempio di cosa potrebbe accadere in futuro: in una nazione che tra le prime al mondo ha introdotto e-government e voto elettronico, il cedimento della Rete potrebbe costituire un gravissimo problema per la stessa sopravvivenza della giovane economia. Ed è di questo scenario, nientemeno, che parlano le alte sfere di Tallinn in questi giorni.
D'altro canto, in pochi giorni sono stati messi all'angolo prima i siti delle istituzioni, colpiti da attacchi DDoS e web-defacement, poi quelli dei media ed infine anche di alcune banche, che si sono viste costrette a sospendere per alcune ore i servizi online a causa dei continui tentativi di penetrare le loro misure di sicurezza.
Colpisce soprattutto il coinvolgimento dell'Alleanza Atlantica nella vicenda: sebbene fino ad oggi un attacco informatico non sia mai stato considerato come un esplicito atto di guerra contro i membri del Patto, l'evolversi della tecnologia potrebbe accelerare il processo di revisione dei principi alla base degli accordi militari tra le nazioni NATO.
 
 
Luca Annunziata
Anno XII n. 2769 di lunedì 21 maggio 2007 (PI – News)
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