Progetti di calcolo distribuito

Per superare le limitazioni di potenza di calcolo, aziende, privati e gruppi di ricerca scientifica adottano diverse strategie: potenziare l’hardware già esistente, sostituirlo con uno nuovo e più performante, oppure affidarsi al calcolo distribuito. Quando però un gruppo di ricerca non ha i mezzi (e succede spesso) per portare a termine i suoi studi, la soluzione migliore potrebbe essere “frammentare” i dati e farli elaborare da chiunque appoggi il progetto, un pezzettino ciascuno, per così dire.
 

E’ il caso del famoso progetto SETI@home, una ricerca scientifica che spera di rintracciare attraverso vari algoritmi applicati ai segnali del radiotelescopio di Arecibo, impulsi elettromagnetici a banda stretta provenienti dallo spazio, che si presume possano essere inviati da forme di vita extraterrestri. Il progetto ha avuto una notevole fortuna, tanto che nel tempo se ne sono affiancati altri, sempre sulla stessa base, ma con finalità differenti.
Per chi non fosse interessato alla ricerca di forme di vita aliene, o considera l’idea troppo frivola, ci sono molti progetti che possono sfruttare lo stesso client di elaborazione e mettere a disposizione un po’ di risorse computazionali del proprio PC per indagare ad esempio la stabilità delle orbite delle particelle, che viaggiano all’interno dell’LHC. Rimanendo nel campo della fisica, il progetto Einstein@home si propone di cercare e mappare gli impulsi provenienti dalle pulsar.
Chi invece volesse mettere il proprio PC a disposizione della ricerca matematica può configurare il proprio client – il più usato è BOINC – per cercare, insieme con altre migliaia di persone, o per meglio dire, di elaboratori, i numeri primi espressi nella formula K*2^n -1 con il progetto Riesel Sieve. Un progetto per la biologia patrocinato dall’Università di Washington è il famoso (per gli addetti) Rosetta@home, che tenta di trovare una cura alle principali malattie umane cercando la forma tridimensionale di alcune proteine.
Tutti questi progetti sono ben curati e molto semplici da aggiungere al proprio client, bisogna solo voler perdere qualche minuto a cercare quello che fa per noi. Si può partecipare singolarmente o in team, e a seconda della quantità di dati elaborati da ciascuno, vengono attribuiti dei “crediti”, che vanno a formare una graduatoria visibile a tutti gli utenti. E’ insomma un buon modo di usare il proprio computer, anche quando non lo utilizziamo.
Per finire, voglio segnalare un progetto molto più frivolo, ma interessante per chiunque abbia letto il famoso romanzo di Philip Dick “Do Androids Dream of Electric Sheep”; non aggiungo altro, ma lascio a voi il gusto della scoperta.

Scritto da Fabrizio Furnari il 02-05-2007 ore 13:34

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